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Home Benevento Alla fine è sempre e solo una….questione di soldi
BeneventoCronache

Alla fine è sempre e solo una….questione di soldi

La Redazione 27 Aprile 2015
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Le smentite lasciano il tempo che trovano, in special modo se a dirle sono soggetti politici abituati a dire tutto e il contrario di tutto. Fino a giustificarsi arrampicandosi sugli specchi nel caso la smentita si rilevasse infondata.

Le voci sulla caserma Pepicelli, come sede di 900 migranti, è stata negataun po’ da tutti, ma continua a tenere banco perché quello che sta succedendo nella nostra Provincia, e in tutta Italia, non lascia presagire nulla di buono.

Ma andiamo con ordine.

E iniziamo da quello che sta succedendo in un piccolo paese sannita: Buonalbergo. Il sindaco del paese, Igino Miele, è stato l’unico finora a dichiarare apertamente che c’è il rischio che il Ministero requisisca immobili pubblici e privati per metterli a disposizione dei profughi.

Come già detto in precedenza il Ministero si sta muovendo molto velocemente su questo problema per non dar modo di attuare contromisure da parte di paesi e città contro tale ordinanza. In pratica i Comuni “subiscono” questa invasione a seconda della capacità di ricezione.

Già in Veneto le ex caserme sono state individuate per essere trasformate in centro di accoglienza. Con l’intensificarsi degli sbarchi quando tempo ci vorrà prima che il ministero si accorga della caserma abbandonata il 4 marzo scorso dai carabinieri?

E qui sorge il problema e il nodo centrale di tutta la faccenda. La provincia sannita già ospita, con tutte le conseguenze del caso, un numero elevato, per capacità di ricezione, di migranti. Facciamo parte dei 450 Comuni, su 8000, che attualmente ospitano i reduci delle traversate.

Per il momento tralasciamo sul come vengano gestiti questi fondi e da chi, attraverso cooperative associazioni ecc.

Due mesi fa alcuni di quelli ospitati a Pietrelcina occuparono la strada provinciale Benevento-Pietrelcina proprio per denunciare le condizioni in cui si trovavano con, a loro dire, una gestione “allegra” dei fondi mandati per loro dal ministero.

Un’emergenza umanitaria,politica e sociale allo stesso tempo:

umanitaria perché molti di quei disperati fuggono realmente  dalla guerra e della povertà; politica  perché non si può far finta di ignorare un problema che l’Unione Europea ha lasciato gravare solo sulle spalle  dell’Italia aumentando i fondi da destinare, ma non programmando una gestione seria, da quando sbarcano a quando vengono ricollocati nel tessuto sociale (molti dopo lo sbarco non vorrebbero rimanere in Italia, ma raggiungere amici e familiari in altri Stati dell’unione europea, ma come la Gran Bretagna, molti ne hanno vietato l’accesso);

sociale perché , tenendo d’occhio solo la nostra Provincia, non abbiamo un tessuto economico-sociale capace di supportare e sopportare detta invasione.

E la politica e i nostri politici attuali sembrano del tutto inadatti a gestire una problematica cosi grande, impegnati come sono nelle diatribe interne di partito, nelle elezioni, nell’apertura dei cantieri, nella gestione di fondi europei, nel gestire posti di potere per accontentare amici e amici degli amici e cosi via.

Come se non bastasse, e c’era da aspettarselo, le Procure di varie città stano lanciando allarmi per l’ombra delle mafie sulla gestione del business dell’accoglienza. D’altra parte i 35 euro al giorno, moltiplicati per le migliaia di migranti, fanno gola a molti. Pochi , però,  si sono posti il problema del dove andranno ricollocati questi immigrati una volta scaduti i 6 mesi previsti per l’accoglienza.

Ma se un tempo l’Italia, il Sannio e Benevento avrebbero potuto dimostrare la loro generosità, in questo momento ciò non è possibile: 1000 euro al mese a migrante mentre ci sono pensionati italiani che a stento arrivano a fine mese con 400 euro di pensione.

Questo, a nostro parere, comportera’, in un futuro poco lontano,  una inevitabile crescente tensione sociale  e, come il sindaco di Buonalbergo, anche il nostro avrebbe dovuto attivarsi in tal senso per cercare di porre in essere una programmazione per la difesa del nostro territorio, chiamando in causa anche la comunità  cittadina che, in realtà piccole come la nostra, non può essere esclusa da tali decisioni.  Ma a quanto ci risulta nulla è stato fatto.

Felice Prestamigranti

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