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Cronache
Home Archivia per categoria "Cronache"

Category: Cronache

BeneventoBlogCronacheCulturaDocumentiInchieste

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne? Va benissimo, ma perché aumentano?

Riprendere a scrivere dopo tanto tempo non è facile ma l’argomento non solo è di attualità ma è, per me, importantissimo: quello sulla violenza sulle donne.

Lo scorso 25 novembre c’è stata la giornata dedicata…belle le foto sui social, gli speciali sui tg e sui giornali. Tutto bello ma a che cosa serve?

Mi spiego.

La sensibilizzazione va benissimo ma deve essere seguita da fatti concreti.

I dati sulle denunce non diminuiscono, ma anzi aumentano.

Cosi come gli omicidi, le minacce, le violenze e cosi via.

Perché?

Dopo aver attentamente e giornalisticamente studiato il fenomeno (eh già mi hanno insegnato a studiare prima di affermare determinate cose), anche dalla parte normativa -cioè partendo dalle denunce fino ad arrivare ai tribunali- posso tranquillamente affermare senza tema di smentita che, codice rosso o meno, dalla denuncia della potenziale vittima alla lettura del fascicolo da parte del magistrato -e qui parlo solo di lettura, non di atti coercitivi- passano dai quattro ai sei mesi.

Solo in caso di flagranza di reato, difficili in molti dei casi come quelli citati prima, si può e si fa qualcosa in più.

Sennò si va avanti con una, due, cinque, dieci denunce nel frattempo che il magistrato incaricato valuti l’ormai enorme fascicolo e decida poi qualcosa al riguardo.

Non va bene, non va per nulla bene.

Se ci fate caso il più delle volte, nei femminicidi, le vittime avevano fatto più denunce. Avevano allertato più volte le forze di Polizia…ma il tempo trascorso aveva poi permesso all’assassino di mettere in pratica i propositi maturati nel tempo.

Le forze dell’ordine non hanno colpe visto il vincolo che li lega alle decisioni di un giudice.

E neanche i consigli che danno (allontanatevi, non rispondete, non reagite e cosi via) possono essere d’aiuto in molti dei casi.

Torniamo ai magistrati? Anche loro non hanno colpa visto le tante pratiche che si accumulano sulle loro scrivanie e non possono essere smaltite in breve tempo.

Si è fatto tanto per la sensibilizzazione, come ho detto, si è attivato un numero verde il 1522, alcune procure hanno attivato sportelli appositi, la normativa al riguardo è stata aggiornata anche con l’aggiunta nel codice penale del femminicidio. Rimane il blackout dalle denunce al fare qualcosa al riguardo (ad esempio obbligo di non avvicinarsi alla persona).

Passa troppo tempo e questo tempo, molte volte, è fatale per le donne che devono subire.

 

Felice Presta

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La Redazione 30 Novembre 2024 0
BeneventoBlogCronacheCulturaDocumentiInchieste

Inchiesta conoscitiva su attacchi di panico e altro negli ultimi tempi

Compito di un giornalista d’inchiesta è tenere sempre gli occhi e le orecchie bene aperte ed osservare ciò che succede intorno a lui e, quando si verifichino anomalie, cercare di dare delle risposte a queste.

Non sono un medico quindi cercherò di spiegare delle cose dal punto di vista del…paziente.

Negli ultimi tempi, diciamo nell’arco di un anno, con accelerazioni negli ultimi 6 mesi, c’è stato un incremento dei cosi detti STATI D’ANSIA E DI PANICO.

In che cosa consistono? Il corpo, sia pure respirando profondamente, sembra che non riceva abbastanza aria nei polmoni e quindi, il più delle volte, si è costretti a iperventilare per tornare alla normalità.

Non sempre ci si riesce e, appunto, si va nel panico.

In alcuni casi questi attacchi portano anche ad aritmie cardiache di media importanza.

Se siano connessi i due stati non lo so, per questo scrivo l’articolo, per fare in modo, con i vostri commenti, di avere un’idea più chiara di ciò che sta succedendo.

Potrei pensare che la presupposta mancanza di ossigeno, o la sensazione se cosi la vogliamo chiamare, porti poi ad un’accelerazione dei battiti del cuore e quindi all’aritmia. Questo lo dovrebbero poi spiegare i medici.

Questi sintomi, che ho avuto modo di constatare in prima persona, e poi con altre due persone vicine, vengono su uomini che hanno superato, o sono prossimi, alla cinquantina. Di donne non ne ho avuto notizie.

Questa anomalia è solo l’unica di tante altre verificatesi in un arco di tempo più ampio, diciamo due o tre anni e che vado ad elencare in ordine di casi.

  • Mal di schiena. Ma non quello normale bensì un dolore costante e persistente che può durare dai due ai sei mesi nella parte centrale alla fine della colonna vertebrale in prossimità del coccige. Una volta che il dolore è passato rimane, toccandosi, comunque quello sottocutaneo, come se si fosse preso una botta, e limita nei movimenti il corpo di chi lo ha subito.
  • Spossatezza, chiamiamola voglia di non fare nulla. Non si desidera uscire, stare con la gente, passeggiare eccetera. Io l’ho definita sindrome lockdown. Ma non è comunque uno stato mentale bensì fisico. E come se il fisico dicesse al corpo STAI A CASA. E quando non ci sei magari provoca un senso di insofferenza e indifferenza per il mondo fuori di essa.
  • Naso chiuso in modo perenne e anomalo. E qui entro in ballo ancora io. Pur avendo la deviazione del setto nasale che mi fa respirare male -per cui ogni anno consumo nel periodo invernale almeno una boccetta di decongestionante- quest’anno, da novembre ad oggi, ne ho consumati…cinque. Tra l’altro ho notato che il naso chiuso contribuisce alla sensazione della mancanza d’aria e della difficoltà a respirare.
  • Mal di testa continui e sinusiti
  • Sindromi influenzali che permango anche dieci, dodici giorni dopo che è passato lo stato febbrile. Magari con una ricaduta nel periodo immediatamente successivo.

Ci sono altri sintomi, che qui non elenco, perché trovati in giro in maniera minore.

Naturalmente non sto presupponendo che ciò sia dovuto al COVID o ai vaccini. Lo scrivo giusto per evitare eventuali diatribe tra chi si è vaccinato e chi no.

Fin qui quello che ho visto e trovato in giro. Prima di chiedere lumi magari a un dottore o a un esperto vorrei a questo punto il vostro parere e vedere se la cosa, in alcuni casi, è più generalizzata a differenza di altri.

Potete quindi commentare su questo articolo, telefonare al 338-2415614, oppure mandarci un’email a sannioreport@gmail.com .

Tutte le informazioni raccolte verranno catalogate per farne un elenco, dopodiché chiederò parere su queste anomalie fisiche che molte persone stanno avendo negli ultimi tempi.

Vi ringrazio fin d’ora per la collaborazione.

Felice Presta

 

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La Redazione 18 Gennaio 2024 0
BeneventoBlogCronache

Ospedale: la nostra solidarietà all’anziana signora che ha avuto il coraggio di sfogarsi

Ieri con un post ironico sui social e, avendo letto attentamente lo sfogo di una signora anziana al pronto soccorso cittadino, ho scritto:” Se dovessi stare male non mi portate al pronto soccorso, uccidetemi subito”:

Una provocazione? Sicuramente, ma anche la constatazione di un’amara realtà dove, ascoltando le persone, episodi di una gravità assoluta si moltiplicano a dismisura.

Tutto ciò è dovuto al covid? Sicuramente, ma ciò non toglie che si sta perdendo l’umanità che dovrebbe esserci in un posto che si dovrebbe definire ospedale.

E veniamo a un caso per far capire.

Sto male mi accompagnano al pronto soccorso.

Entro con un codice, verde rosso giallo blue indaco violetto, non è importante.

E mi mettono su una barella e poi in una stanza nel migliore dei casi. Nel peggiore rimango sulla barella e rimango nei corridoi in attesa di un posto.

Da solo.

Nessuno sa quando passeranno a visitarmi e se lo faranno. Vedi infermieri che vanno avanti e dietro, dottori esauriti dal superlavoro.

E intanto tu rimani li e i tuoi cari fuori.

Passa il tempo tu non sai niente. Quindi comunichi con il cellulare, in questo caso una benedizione, all’esterno che non sai nulla…tutti aspettano. Tu degente, i tuoi parenti fuori, gli infermieri che non sanno che dirti.

Hai fame? Hai sete? Devi aspettare qualche anima pia, oppure avere la forza di alzarti (ma se sto male e non riesco a muovermi? ) e andare a un distributore automatico.

Passa un medico, guarda la cartella, scrive degli esami e ripone la cartella.

“Dottore quando li devo fare questi esami?”. “Appena possibile!”

E intanto tu aspetti li. Posso mangiare? Posso bere? Visto che qualcuno è riuscito a portarmi qualcosa da mangiare e da bere? Boh, non ti dicono nulla. Devo fare una tac? Una risonanza? Guardo sulla cartella e i geroglifici non mi dicono nulla.

Ci sarà uno scienziato addetto che li tradurrà dall’aramaico antico.

“Infermiere mi sento male”, “Non si preoccupi è momentaneo adesso vedo di portarvi qualcosa per il dolore”.

Si giusto un po’ di acqua benedetta, forse.

Dopo 12 ore perdo la pazienza e inizio ad averne abbastanza e chiamo tutti quelli che mi passano davanti…tutti rispondono che tornano subito e non li rivedo più. Vedo facce nuove, avranno finito il turno quelli di prima, fermo qualcuno e spiego cosa mi è successo. Stessa cosa, torniamo subito.

Mi sento sempre peggio e oltre a fare le telefonate ai parenti all’esterno che non sanno cosa fare oltre che a cercare raccomandazioni per entrare almeno uno e venire ad accudirmi o almeno a starmi accanto.

Ma c’è il COVID non si può. Mascherine a gogo, gente sulle barelle che come me chiama, o perde la pazienza.

Gente anziana abbandonata senza assistenza, ma chi dovrebbe assisterla se non i suoi parenti? Che però non lasciano entrare.

Vabbè alla fine o muoio oppure riescono a salvarmi per miracolo (nel senso che un medico si ferma, si accerta quello che ho, mi da la cura o da le indicazioni agli infermieri e vengo salvato). Dopo 36 ore sia ben chiaro.

In pratica è una lotteria, macabra ma sempre lotteria.

Se ti capita qualcuno buono ti salvi, sennò hai voglia di morire, solo.

Sono solidale con l’anziana signora che si è sfogata in maniera civile contro questo andazzo in un pronto soccorso, in questo caso di Benevento, ma poteva essere di qualsiasi altra città.

E il racconto anche ironico fatto era solo per sottolineare un fatto di per se evidente: la sanità pubblica è al collasso, chi può scappa dagli ospedali (e parlo di dottori) per andare in posti più tranquilli ed efficienti. Gli infermieri fanno quello che possono, diventando nervosi loro e facendo innervosire anche i pazienti che qualche volta sclerano (comportamento da censurare naturalmente).

E l’ultima realtà è che si muore più facilmente di prima dentro gli ospedali e non per covid.

La politica dovrebbe riflettere su questo ultimo dato!

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La Redazione 15 Dicembre 2023 0
BeneventoBlogCronacheCulturaDocumentiInchieste

Una nuova realtà imprenditoriale: la OFFTEC

“Nessuno è profeta in patria”, figuriamoci se poi si tratta della nostra terra, il Sannio. Ma qualche eccezione, la storia ci insegna, c’è stata.

E qui entra in gioco una delle realtà, ormai consolidate, che nello spazio di pochi anni si è affermata prima in ambito nazionale e poi in quello internazionale. Parliamo, ovviamente, della OFFTEC e del suo presidente, l’architetto Flavian Basile, che nello spazio di 7 anni (è stata creata nel 2016) è diventata un laboratorio di progettazione impegnato sia nel campo dell’architettura che dell’ingegneria.

Benevento, Catania e Milano sono le sue tre sedi.

Per far vedere come si sta evolvendo la struttura OFFTEC è stata organizzata una mostra fotografica presso il museo Arcos di Benevento, intitolata “Quando spazio e luce iniziano a prendere forma” dove sono esposti parte dei progetti messi in piedi in questi anni dalla società. Un riconoscimento certamente all’azienda, ma anche al nostro territorio, il Sannio, che si crede, generalmente,  privo di qualsivoglia forma di sviluppo economico a certi livelli.

La mostra, come ha spiegato l’architetto Basile, è solo un punto di partenza e non di arrivo ed è servito, a margine della stessa, a spiegare due dei progetti che saranno portati avanti in questa città: la ristrutturazione del Grand Hotel Italiano al rione Ferrovia e la costruzione del campo da golf (e cosi adesso sappiamo anche chi ha avuto l’idea di rivitalizzare terreni abbandonati abbinandola ad un’idea imprenditoriale e turistica che potrebbe realmente portare benefici qui in città). Come giornale abbiamo sempre appoggiato iniziative imprenditoriali come queste -in special modo quando imprenditori vogliono investire, senza speculare sulla città (citare casi passati sarebbe qui inopportuno, ma sapete bene quali e quante battaglie su costruzioni abbandonate questo giornale sta portando avanti)-. E allora non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà nel prossimo futuro, augurando alla Offtec e al suo presidente, Flavian Basile, di continuare sulla strada intrapresa finora.

 

Felice Presta

La mostra si protrarrà fino al 20 marzo.

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La Redazione 13 Marzo 2023 0
BeneventoCronacheCultura

La consapevolezza (nei ragazzi) di doversene andare

Nell’ambito dei “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (PCTO) in ambito scolastico, anche per questo anno il giornale e l’associazione SANNIO REPORT sono stati chiamati per parlare con gli alunni di giornalismo, di cultura e di educazione civica. In pratica i tre ambiti in cui ci muoviamo dall’ormai lontano 2015.

Abbiamo iniziato chiedendo ai ragazzi di scrivere (anche in forma anonima) quali fossero, ad esempio, i loro sogni.

I ragazzi, giovanissimi, hanno risposto come ci aspettavamo, ma una lettera in particolare ci ha colpito di più.

“Il mio sogno è quello di lasciare il mio paese dopo aver finito la scuola e l’università, perché qui non c’è opportunità di lavoro”.

Poche righe per testimoniare la consapevolezza nei ragazzi nel sapere, fin da ora, che dovranno per forza di cose lasciare il territorio natio. I dati statistici della perdita di popolazione a Benevento e nel Sannio, d’altra parte, sono lo specchio di un’emorragia  che non accenna a diminuire, bensì ad aumentare anno dopo anno.

Fa specie che ragazzi di 16 anni scrivano questo per i loro sogni, invece di scrivere magari cose più adatte alla loro età. Ma ciò significa che comunque i nostri giovani hanno ben chiara e presente (anche se a noi grandi non sembra) la realtà che li circonda. Una realtà che li fa riflettere e preoccuparsi di ciò che riserverà loro il futuro.

Stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno di “emigrazione” verso altri territori. Principalmente verso il nord d’Italia , ma anche verso paesi esteri: luoghi capaci di dare sbocchi lavorativi a dei giovani il cui territorio d’origine è destinato alla desertificazione e all’impoverimento.

Cose già viste, cose già dette? Sicuramente, ma non c’è nessuno che ha voglia di cambiare questo stato di cose?

L’Italia è un paese che sta invecchiando rapidamente e solo l’immigrazione ci salva dal disastro di dati ancora più fallimentari.

Ma nessuno pensa a come arginare questo fenomeno? Evidentemente no. E allora in questa ottica colpisce ancora di più la maturità di questo ragazzo/a di 16 anni nel sapere già quale sarà il proprio futuro: andarsene dalla terra natia in cerca di fortuna….

Felice Presta

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La Redazione 13 Febbraio 2023 0
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Buon 2023. Potevamo parlare…

Domani è la Befana e come dice il detto “tutte le feste porta via”. E dopo la Befana, per l’appunto, inizia per noi il nostro “nuovo anno”.

Volutamente non abbiamo parlato in questi ultimi mesi sottolineando tutte le “caxxate” politiche che sono state dette, promesse e non fatte.

E soprattutto non abbiamo parlato più di un povero vecchietto ormai in preda al delirio di onnipotenza acclarato.

Non abbiamo parlato delle luminarie cittadine (quali?), né di concorsi alla Provincia, né di malumori politici all’interno della maggioranza di palazzo Mosti.

Potevamo parlare del Malies e del suo alberello messo a mo di candela funeraria davanti ad esso, a testimoniare il fallimento politico di un progetto nato male, condotto peggio e finito tra le mani della magistratura.

Visto che il progetto era nostro potevamo parlare del campanile di Santa Sofia con la nuova illuminazione -può piacere o meno non è quello importante- e del fatto che con i due lumini (una è fulminata) davanti il sagrato al cospetto la chiesa di Santa Sofia (patrimonio Unesco) pare un tomba abbandonata, ma non l’abbiamo fatto.

Potevamo sottolineare , e l’abbiamo fatto, del sovrintendente, del suo arresto, delle modalità di esso e di quanto questa città sia “gestita” da determinati personaggi in modo “allegro”.

E potevamo dimenticarci dello scandalo della Provincia, delle assunzioni, dei lavori pubblici abbandonati, delle scuole?

Ma no…sono anni che scriviamo di questo e di tanti altri problemi che la politica non riesce a risolvere -incapacità, inefficienza, inefficacia? O semplicemente mancanza di volontà? Boh- ne abbiamo parlato e scritto talmente tanto che ormai ci scoccia anche ritornare sull’argomento.

Ci torniamo solo quando qualche dichiarazione-caxxata viene spiattellata ai compiacenti giornalisti di questa città che esaltano oltremodo, e lontano da qualsiasi etica giornalistica, le doti amministrative dei nostri politici-politicanti.

Potevamo parlare molto, e l’abbiamo sempre fatto, ma onestamente ci siamo scocciati a farlo e adesso portiamo avanti solo i nostri progetti basati su idee di città fuori dagli schemi classici senza l’aiuto della politica e senza badare ad essa.

E chissà perché i nostri progetti magicamente si realizzano, senza soldi, senza aiuto politico ma solo con la buona volontà di poche persone che hanno sempre creduto alle idee di un pazzo.

Come dite? Com’è possibile? Beh per l’appunto, come Marzullo, fatevi una domanda e datevi una risposta.

Io intanto sfoglio un libro sulla nostra città…

Tanti auguri di buon 2023 a tutti!

Felice Presta

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La Redazione 5 Gennaio 2023 0
BeneventoBlogCronacheDocumentiInchieste

Acqua potabile o non potabile? I responsabili? Siamo noi!

L’emergenza idrica dovuta alla contaminazione dei pozzi di campo Mazzone è solo l’ultimo dei problemi che le amministrazioni che si sono succedute in questi anni non hanno voluto affrontare.

Quali ad esempio? Beh ce ne sono una marea, dalle scuole (inagibili, parzialmente agibili o da fare interventi di mantenimento), agli edifici pubblici (incompleti o da completare) come il mamozzio, il Malies, la ex scuola Moscati, solo per citarne qualcuna.

Ma prima le fontane, e poi l’”illuminiamoci” di immenso di questa e delle passate amministrazioni ha portato a un disastro di città.

Una città dove si sopravvive, non si vive, sempre con uno stato di emergenza perenne -non mi dimentico ad esempio dell’alluvione del 2015 e di ciò CHE NON SI E’ FATTO PER EVITARE CHE ACCADA DI NUOVO– sempre in attesa di qualcosa o di qualcuno che abbia un lampo di genio (o un po’ di coscienza) e si decida ad affrontare i problemi di una città alcuni dei quali facilmente risolvibili se solo si avesse un po’ di buona volontà.

Ma si lascia scorrere tutto, il tempo, le emergenze, i problemi, tanto domani è un altro giorno e viviamo questo per poi indignarci se accade che si tocchi un bene primario come l’ACQUA. E fa niente se adesso è uscita la nuova ordinanza sindacale che dice che l’acqua è potabile.

Il NON FARE NULLA è imperante in questa città, è la colpa non è solo dei politici o della politica, ma principalmente nostra: di tutti i cittadini che non fanno nulla per cambiare le cose e far fare a questa città un’inversione di marcia.

Siamo destinati a scomparire come Provincia, e ci indigneremo quando Benevento diventerà Provincia di Avellino, ma lo faremo un giorno, forse due…tanto che ci importa. Domani è un altro giorno.

Felice Presta

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La Redazione 20 Novembre 2022 0
BeneventoCronacheCulturaDocumenti

Sannio Report diventa casa editrice (e pubblica il suo primo libro)

Il giornale Sannio Report prima e l’associazione omonima poi ha fatto e farà tante cose in questa città e in questa Provincia.
La sede, in via Francesco Iandoli qui a Benevento, è una fucina di idee dal ritmo quasi…giornaliero.
Dopo il recupero dei Santi Quaranta, la ripulitura del campanile di Santa Sofia, dell’anfiteatro romano e la creazione della biblioteca intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (in mezzo a tante altre cose) adesso è la volta di proporre -in ambito culturale- una cosa che…sentiamo più nostra: diventare casa editrice.

E non perché c’è il nome sotto ma semplicemente perché crediamo in ciò che facciamo, sempre, e questo era uno dei tasselli mancanti che doveva essere inserito nel quadro dei nostri progetti.
Il destino, o il caso, ha voluto che la prima pubblicazione sia stata fatta per il prof. Biagio Osvaldo Severini, figura conosciutissima in città, uno dei nostri più accesi sostenitori e dei nostri donatori.
Con il suo Diario di un soldato beneventano MICHELE RICCHETTI (operante in Africa orientale negli anni 1935,1936,1937) ha voluto dare fiducia alle nostre idee, alle nostre speranze e al nostro modo di proporci.

Dal canto nostro siamo orgogliosi della sua fiducia che ci da la spinta a continuare nei nostri progetti, costruiti e coltivati ogni giorno.
Per il resto non c’è molto da dire se non che le copie del libro sono disponibili presso la sede di Sannio Report e su Amazon.

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La Redazione 18 Ottobre 2022 0
BeneventoCronacheInchieste

L’Istat da dei numeri, i vostri, qui a Benevento, sono molto diversi

Secondo il sito dell’ISTAT a settembre questi sono i dati (parziali e indicativi, sennò non la finivamo più) della crescita dei prezzi al consumo.

Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente).

L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,5%) sia lavorati (da +10,4% a +11,7%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%). Contribuiscono, in misura minore, anche i prezzi dei beni non durevoli (da +3,8% a +4,7%) e dei beni semidurevoli (da+2,3% a +2,8%). Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) sia non regolamentati (da +41,6% a +41,2%); decelerano anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,4% a +5,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,0% a +5,5%.

L’ISTAT continua snocciolando cifre e numeri su tante altre cose…ma il punto principale è sempre quello: una crescita dei prezzi dei prodotti al consumo all’incirca del 10% su base annua.

Questo giornale ha fatto un rapido sondaggio sulla pagina Facebook (avete risposto in tanti, grazie) e si è fatta l’idea che: la crescita è di molto superiore al 10% raggiungendo, soprattutto nel carrello della spesa, dal 30 al 50% di aumento. Con picchi anche del 100%.

Certo l’indagine è limitata alla nostra città, e ricordiamo che i prezzi al sud sono inferiori di quelli al nord, ma ci indica un problema che si prospetta alquanto grave: a fronte di stipendi e, in genere, di capacità di acquisto rimasto pressoché stabile negli ultimi anni questo aumento generalizzato causerà molti problemi all’interno delle famiglie.

Se a ciò si aggiunge l’aumento del prezzo della luce almeno del 50%, e quello del gas si prospetta un inverno turbolento.

I vari bonus poco potranno fare per tamponare una situazione che potrebbe finire fuori controllo a breve, sono palliativi che serviranno nel breve periodo. Ma nel lungo cosa succederà?

Ma vediamo un po’ l’elenco dei prezzi e dei beni che sono aumentati di più nell’ultimo periodo.

Carta igienica 4 rotoli è passata da € 1,89 a € 2,89

Olio per friggere € 1,39 a € 2,99

farina da € 0,49 a € 1 al chilo

Maionese (Eurospin) da € 1,09 a € €1,89

Olio extravergine da € 3 a € 5

la pasta (mezzo chilo) da € 0,50 a € 1,00

pane da € 2 al kg a € 2,50 (anche 3 a secondo dei casi)

Frutta e verdura di stagione 30/40% in più

Rotoloni da € 2,39 a € 4

Pancetta da € 18,90 al chilo a 28,90

Pesce: vongole veraci da € 9,90 al chilo a € 18,90 al chilo

Biscotti per colazione secchi, da da € 1,89 a € 2,29

Uova confezione da 6 da € 2 a € 3,50

Mozzarella da 500 grammi da € 4,50 a € 6,90

Acqua in confezione da 6 da € 1,59 a € 2,59

E l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ma facendo un rapido giro nei principali supermercati della città qualcosina, sulle offerte, si può risparmiare. Ma se si nota bene anche le offerte sono diminuite, in generale, sia per quantità che per qualità,  cosi come, tanto per fare un esempio, il cesto della LIDL con i prezzi scontati del 30% è quasi sempre…vuoto.

Allora l’economia reale è, come sempre, distante da quella preventivata o augurata dall’Istat e dai dati del ministero con l’aumento dei costi energetici di produzione la situazione non potrà che peggiorare.

E noi che fine faremo? Speriamo di cavarcela, come sempre!

Felice Presta

 

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La Redazione 4 Ottobre 2022 0
BeneventoCronacheCulturaDocumentiInchieste

Il mercato del lavoro ed i giovani beneventani.

Oggi questo giornale ha intervistato una ragazza di 24 anni in merito al “lavoro” offerto dai nostri concittadini ai tanti giovani che si affacciano sul mondo del lavoro… e per questo e su questo nasce tale articolo. Da premettere che la persona intervistata è una brillante studentessa universitaria.

La chiameremo Carolina, da un anno vive da sola, per cui da sola provvede a pagare il fitto e le bollette e la sua prima esperienza lavorativa risale a 6 anni fa.

Partiamo da questo.

Prove lavorative: la sua prima è stato lavorare in un pub: durata 1 giorno, 12 ore di lavoro 20 euro (voucher lavorativi).

La seconda, da barista, ben 14 ore sempre 20 euro, che tra l’altro il titolare non voleva dare poiché si trattava (secondo lui) di una giornata di prova.

E fino a qui…erano solo prove.

La sua successiva esperienza dura un po’di più, presso un locale, 2 mesi. Sempre come barista. Tutti i giorni, dalle 17 alle 3, per una paga 400 euro mensili, tutto senza regolare contratto.

Secondo voi, con questi ritmi, così sottopagata, quanto poteva durare?

Altro locale, altra “esperienza”: 5 ore al giorno i primi tempi e poi 10, 11 ore per una paga di 500 euro con un contratto lavorativo di 2 ore al giorno.

Ci poniamo la stessa domanda: quanto poteva durare?

Altro locale, altro giro, altra corsa…3 giorni in un locale, per 8 ore al giorno, per 40 euro totali (per TUTTI i 3 giorni fatti a nero, ovviamente…).

Nel frattempo, Carolina non si ferma sostenendo tanti altri colloqui di lavoro.

I più salienti? Andiamo a raccontarli.

Uno dei tanti: in un negozio alimentare, 2 volte a settimana per 500 euro. Come dite? Finalmente una proposta equa? Purtroppo no…

Un giorno di prova non retribuito, il giorno seguente 6 ore, un altro 11 ore, il giorno successivo altre 6 ore.

Fin qui tutto chiaro? Ok, adesso viene il bello.

Il titolare nel pomeriggio manda un messaggio (dopo essere passato nel locale per visionare il tutto) che recita: “la mattina devi venire più sistemata perché l’immagine conta tanto”. Il titolare si riferiva al fatto che quella mattina non si fosse truccata.” Io non voglio perdere tempo, perché questo mestiere lo devi imparare e quindi la tua presenza è superflua. Passa la settimana prossima che ti pago, 50 euro in tutto.”

Da premettere che la ragazza è bella truccata e non, quindi si presenterebbe lo stesso bene.

Ennesimo colloquio presso un pub: dalle ore 18 ad orario da destinarsi, con un contratto da 300 euro al mese, però in busta paga ne avrebbe ritrovati 650, lavorando tutti i giorni, senza giorno di riposo.

Altro colloquio in un negozio di alimentari. Dalle 17 ad orario da destinarsi con un contratto di 300 euro mensili, però se un giorno si fosse assentata, avrebbe dovuto restituire i soldi di quella o quelle giornate lavorative non fatte.

Carolina trova un nuovo lavoro, come commessa: la paga era buona, 700 euro al mese. Lavora per metà mese, anche 8 ore al giorno, per poi essere mandata via con una banale scusa e “liquidata con soli 200 euro.

E cosi via, l’elenco è lunghissimo, con proposte da 30 euro per 12, 15 ore, solo per il fine settimana. O tutta la settimana a 30 euro al giorno, senza giorno di riposo, tutto a nero o quasi.

Le esperienze, tutte documentate, rappresentano uno spaccato di quello che succede a Benevento, ma presumibilmente in tutta Italia.

Leggere e scrivere di queste cose è per me imbarazzante, perché testimonia una realtà lavorativa peggiore di quel che pensassi. Nel 2009, oramai tredici anni fa, usci il film “Generazione 1000 euro”. Di qui la foto di copertina) Dopo qualche anno, con la crisi, avremmo potuto girare il sequel con il titolo “Generazione 500 euro”. Adesso siamo arrivati al 3’ episodio di questa triste saga, da intitolare “Generazione: quant ce vonn dà!”

Questa è la situazione, questa è la realtà ed è forse questo, visto che si andrà a votare prossimamente, che i nostri politici devono risolvere al più presto, prima che i nostri giovani si perdano per strada e ci sia un’implosione in tempi brevi.

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La Redazione 2 Agosto 2022 0
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