Le ultime mosse politiche del sindaco Mastella, la blindatura del gruppo dei Moderati , ha portato a inevitabili conseguenze: l’uscita dalla maggioranza di Patto Civico (Sguera, Paglia, Aversano e Scarinzi) e alla remissione delle deleghe, quindi ad una sua quasi certa uscita dalla maggioranza, del consigliere Feleppa.
Sorprende che un politico di vecchio corso come Mastella sia riuscito con una sola mossa a perdere ben 5 consiglieri di maggioranza, ma tant’è…sono molti a intravedere la fine dell’amministrazione mastelliana e quindi delle successive amministrative in questa città e a cercare un posto al sole.
Ma questo articolo non vuole essere una disamina politica su ciò che sta succedendo, è sotto gli occhi di tutti, bensi di quello che succederà.
Premettendo che per me Mastella il sindaco non lo ha mai fatto, e se lo ha fatto lo ha fatto male chi lo seguirà troverà una situazione ancora più disastrata di quella del 2016.
Un amico un giorno mi chiese: “ma è possibile chiedere il dissesto del dissesto”? Lo disse semiserio visto che era una domanda retorica, ma conteneva molte verità.
Soldi non ce ne sono e quelli che arrivano o che arriveranno sono stati tutti “investiti” in progetti di lavori pubblici che porteranno pochi benefici a Benevento.
Ma nel quadro generale vediamo quali sono i problemi di questa città iniziando dai giovani che emigrano da altre parti, spopolando una città che diventa sempre più vecchia.
La politica degli ultimi anni non ha fatto nulla per fermare questa emorragia, anzi in un certo senso –rimanendo immobile- l’ha aiutata. Anche il fatto di aver portato l’università qui in città ha solo mitigato il problema ma non lo ha certo risolto.
E qui si potrebbe aprire un dibattito lunghissimo che leverebbe spazio all’elencazione degli altri problemi.
C’è poi l’idea di città: nessuno ha mai avuto, se non Pietrantonio in parte e il primo Viespoli, di dare una connotazione univoca a Benevento (ma il discorso abbraccia però tutta la Provincia), che rimane una città da sempre “sospesa” senza identità, senza retaggio, senza speranze.
Nel corso degli anni ho sentito parlare di città culturale, di turismo, di valorizzazione, di accoglienza, di ricezione senza che si sia fatto mai qualcosa di concreto in tal senso. Abbiamo monumenti, invidiati in tutto il mondo, abbiamo l’enogastronomia, abbiamo compagnie teatrali (ma non teatri), abbiamo un sacco di cose…ma le guardiamo, se le guardiamo, solo noi.
E abbiamo però le “raccomandazioni”, le infiltrazioni, i furbi, gli accattoni, la massoneria, parte del clero, che, di fatto, tengono bloccata e in scacco questa città.
Poi abbiamo i problemi delle strade franate, che nonostante gli sforzi di questo giornale con denunce e altro, non si riescono a risolvere (via Fontanelle, via Liborio Pizzella, santa Clementina giusto per citarne qualcuna), ma abbiamo due centri commerciali, quasi tre, che hanno di fatto affossato la piccola economia cittadina.
Che mi ricordi non è mai stato fatto un serio programma commerciale univoco che abbracciasse tutta la città, e non singoli settori.
Sto facendo una lotta politica per far pagare l’IMU agli immobili di proprietà del clero a livello nazionale. E lo sapete perché? Perché questi, sempre limitatamente a Benevento, hanno immobili bloccati da anni a fitti alti. E se lo possono permettere perché, a differenza di un privato, non pagano le tasse. Cosa succederebbe se le pagassero? Che i prezzi di fitto calerebbero di conseguenza permettendo così l’apertura di nuove attività commerciali.
Abbiamo fontane e piazze, fatte nelle amministrazioni passate, ma lasciate nel degrado. Un auditorium abbandonato, tanti luoghi cittadini che si potrebbero recuperare se non a costo zero a costi bassissimi per poterli poi adibire a zone verdi e combattere l’inquinamento da polveri sottili. Abbiamo zone pedonali, che alla fine pedonali non sono, dove passano tante auto e non le biciclette (un controsenso).
Una cosa ho capito dalla politica amministrativa degli ultimi 40anni: che ognuno che viene vuole lasciare, ad imperitura memoria, CAPOlavori pubblici a testimonianza di ciò che ha fatto…capolavori che il più delle volte non servono e non sono serviti a nulla (o meglio a qualcosa si…ma non è il caso di scriverlo qui, non credete?).
C’è il problema dell’immondizia e della sua gestione, fallimentare, che comporta un costo altissimo per quelli (pochi) che pagano la relativa tassa, speculazioni edilizie finalizzate non si sa a che cosa, zone archeologiche che qualcuno vorrebbe “recuperare” distruggendole e cosi via.
Ci sono un sacco di problemi in questa città e il nuovo sindaco dovrà averli ben presente perché sono tutti collegati fra loro, anche se molti in campagna elettorale ne affronteranno qualcuno senza avere una visione complessiva per la loro risoluzione.
Ci sono poi i cittadini (molti) che, nell’anarchia totale degli ultimi anni, fanno ciò che vogliono quando vogliono: parcheggiano dove gli capita, sporcano la città come gli pare, vandalizzano impuniti.
Il dottor Lucio Lonardo coniò il termine inzivados, io li chiamerei in un altro modo: unni!
L’educazione civica non esiste più e i nostri politici non fanno nulla per cercare di attenuare, se non limitare, tale fenomeno.
E lasciamo stare, per non addentrarci ancora di più in fenomeni sociologici, l’usura, la droga, il riciclaggio che sono diventati fenomeni atavici di questa città.
Ecco il nuovo sindaco dovrà affrontare questi e tanti altri problemi nella nostra città, ma guardandomi attorno mi chiedo: chi avrà le palle, dopo essere stato eletto, per affrontare e risolvere almeno in parte questi problemi?
Felice Presta