Smemorati e confusi…
Lo sappiamo ormai, non passa giorno che non attacchiamo i nostri amministratori con articoli al vetriolo, ce ne accorgiamo anche noi. PerÃē si deve dare atto che loro contribuiscono, in maniera eccelsa, a fornirci il carburante necessario, con tutte le baggianate pronunciate in ogni sede.
Il problema, semmai, ÃĻ che certa stampa queste dichiarazioni le accetta senza informarsi o senza controllare. Noi ci siamo imposti come regole di verificare ogni affermazione degli amministratori e se ci accorgiamo che non corrispondono alla realtà , azzanniamo. Nei limiti del possibile cerchiamo di essere âwatch dogsâ rispetto ai sistemi di potere e forse non resta che âazzanareâ come cani da guardia per risvegliare lâattenzione in una città omertosa.
Prendiamo, ad esempio, le parole che il sindaco Pepe e lâassessore Raffaele Del Vecchio, hanno ripetuto in piÃđ di unâoccasioni riguardo alla chiusura dei molti teatri in Benevento. Tralasciando le dichiarazioni, tutte oggetto di contestazione da parte nostra, ne prendiamo una clamorosa: quella riguardante il Teatro De Simone.
Lâamministrazione si ÃĻ vantata in piÃđ occasioni di aver recuperato la struttura, dimenticando un piccolo dettaglio, forse per loro insignificante, ma per noi molto importante.
Settembre 2009. à in corso la rassegna artistica âCittà Spettacoloâ, intitolata Lâignoranza dâaltro. Lâignoranza dellâaltro. Il direttore artistico era Enzo Moscato. Domenica 13 era previsto al Teatro De Simone, lo spettacolo Prometeo e lâaquila di Piero Bevilacqua.
Verso le otto di sera, poco prima dello spettacolo, vengo chiamati i vigili del fuoco perchÃĐ nel teatro câera una vistosa fuoriuscita dâacqua da piano superiore, dove una volta câera una chiesa. Sembrava un torrente: acqua dal graticcio, dalle prese di corrente, dalle imboccature dellâimpianto di condizionamento dellâaria, dai lampadari e dalle appliques a parete.
Cos’era successo?
Chi aveva eseguito la ristrutturazione del De Simone aveva bucato il pavimento della chie-sa sovrastante per fare lâimpianto elettrico, con cassette a vista e non stagne. Lâimpianto elettrico naturalmente era saltato. Lo spettacolo saltÃē e i vigili del fuoco fecero al riguardo rapporto che indicava come causa del disastro lâallagamento del piano sovrastante.
Il pavimento della chiesa era stato rimosso per larghi tratti e quindi lâinfiltrazione dâacqua era penetrata nei solai danneggiandoli ulteriormente.
TUTTI furono informati di questo fatto, ma il Comune non ÃĻ intervenuto per chiedere i danni ne per costringere lâUniversità a mettere in sicurezza gli ambienti per prevenire, dâufficio, altri danni.
Questo ÃĻ successo nel 2009. Il De Simone ÃĻ stato chiuso nel 2015 e tutti hanno fatto finta di non sapere e di essersi dimenticati di un episodio cosi grave avvenuto sei anni prima. Come si fa a ristrutturare un teatro senza controllare la situazione della struttura che lo sovrasta?
Possibile che lâimperizia, per non chiamarla incompetenza, raggiunga livelli cosi alti?
Dal 2009 a oggi non si poteva far qualcosa per cercare di non danneggiare il De Simone ma anche di recuperare la chiesa sopra?
Domande senza risposta. Ma ormai nella nostra città , lâunica città al mondo che ha lâassessorato dei âCapolavori Pubbliciâ, non ci stupiamo piÃđ di niente.
Unâunica cosa chiediamo: evitate le autocelebrazioni perchÃĐ potrebbero essere usate contro di voi, in tribunale.
Felice Presta