Il mercato del lavoro ed i giovani beneventani.
Oggi questo giornale ha intervistato una ragazza di 24 anni in merito al âlavoroâ offerto dai nostri concittadini ai tanti giovani che si affacciano sul mondo del lavoroâĶ e per questo e su questo nasce tale articolo. Da premettere che la persona intervistata ÃĻ una brillante studentessa universitaria.
La chiameremo Carolina, da un anno vive da sola, per cui da sola provvede a pagare il fitto e le bollette e la sua prima esperienza lavorativa risale a 6 anni fa.
Partiamo da questo.
Prove lavorative: la sua prima ÃĻ stato lavorare in un pub: durata 1 giorno, 12 ore di lavoro 20 euro (voucher lavorativi).
La seconda, da barista, ben 14 ore sempre 20 euro, che tra lâaltro il titolare non voleva dare poichÃĐ si trattava (secondo lui) di una giornata di prova.
E fino a quiâĶerano solo prove.
La sua successiva esperienza dura un poâdi piÃđ, presso un locale, 2 mesi. Sempre come barista. Tutti i giorni, dalle 17 alle 3, per una paga 400 euro mensili, tutto senza regolare contratto.
Secondo voi, con questi ritmi, cosÃŽ sottopagata, quanto poteva durare?
Altro locale, altra âesperienzaâ: 5 ore al giorno i primi tempi e poi 10, 11 ore per una paga di 500 euro con un contratto lavorativo di 2 ore al giorno.
Ci poniamo la stessa domanda: quanto poteva durare?
Altro locale, altro giro, altra corsaâĶ3 giorni in un locale, per 8 ore al giorno, per 40 euro totali (per TUTTI i 3 giorni fatti a nero, ovviamenteâĶ).
Nel frattempo, Carolina non si ferma sostenendo tanti altri colloqui di lavoro.
I piÃđ salienti? Andiamo a raccontarli.
Uno dei tanti: in un negozio alimentare, 2 volte a settimana per 500 euro. Come dite? Finalmente una proposta equa? Purtroppo noâĶ
Un giorno di prova non retribuito, il giorno seguente 6 ore, un altro 11 ore, il giorno successivo altre 6 ore.
Fin qui tutto chiaro? Ok, adesso viene il bello.
Il titolare nel pomeriggio manda un messaggio (dopo essere passato nel locale per visionare il tutto) che recita: âla mattina devi venire piÃđ sistemata perchÃĐ lâimmagine conta tantoâ. Il titolare si riferiva al fatto che quella mattina non si fosse truccata.â Io non voglio perdere tempo, perchÃĐ questo mestiere lo devi imparare e quindi la tua presenza ÃĻ superflua. Passa la settimana prossima che ti pago, 50 euro in tutto.â
Da premettere che la ragazza ÃĻ bella truccata e non, quindi si presenterebbe lo stesso bene.
Ennesimo colloquio presso un pub: dalle ore 18 ad orario da destinarsi, con un contratto da 300 euro al mese, perÃē in busta paga ne avrebbe ritrovati 650, lavorando tutti i giorni, senza giorno di riposo.
Altro colloquio in un negozio di alimentari. Dalle 17 ad orario da destinarsi con un contratto di 300 euro mensili, perÃē se un giorno si fosse assentata, avrebbe dovuto restituire i soldi di quella o quelle giornate lavorative non fatte.
Carolina trova un nuovo lavoro, come commessa: la paga era buona, 700 euro al mese. Lavora per metà mese, anche 8 ore al giorno, per poi essere mandata via con una banale scusa e âliquidata con soli 200 euro.
E cosi via, lâelenco ÃĻ lunghissimo, con proposte da 30 euro per 12, 15 ore, solo per il fine settimana. O tutta la settimana a 30 euro al giorno, senza giorno di riposo, tutto a nero o quasi.
Le esperienze, tutte documentate, rappresentano uno spaccato di quello che succede a Benevento, ma presumibilmente in tutta Italia.
Leggere e scrivere di queste cose ÃĻ per me imbarazzante, perchÃĐ testimonia una realtà lavorativa peggiore di quel che pensassi. Nel 2009, oramai tredici anni fa, usci il film âGenerazione 1000 euroâ. Di qui la foto di copertina) Dopo qualche anno, con la crisi, avremmo potuto girare il sequel con il titolo âGenerazione 500 euroâ. Adesso siamo arrivati al 3â episodio di questa triste saga, da intitolare âGenerazione: quant ce vonn dà !â
Questa ÃĻ la situazione, questa ÃĻ la realtà ed ÃĻ forse questo, visto che si andrà a votare prossimamente, che i nostri politici devono risolvere al piÃđ presto, prima che i nostri giovani si perdano per strada e ci sia unâimplosione in tempi brevi.