Un anno di Covid…un anno chiusi in casa (con qualche breve parentesi)
Un anno ÃĻ passato, il 9 marzo scorso per la precisione lâinfausto compleanno, dal LOCKDOWN annunciato dal premier Conte in tv in cui si chiudeva tutta lâItalia e gli italiani nelle case.
Fare una sintesi in un articolo sembrerebbe banale e riduttivo se non fosse cheâĶ.dopo un anno sostanzialmente non ÃĻ cambiato nulla.
Siamo passati dal âandrà tutto beneâ e âio resto a casaâ ad âandrà tutto a puttaneâ e âio sto uscendo pazzo a stare a casaâ.
Siamo passati, estate 2020, dal libera tutti, a rinchiudiamo tutti di nuovo (settembre 2020).
Al saltare la pasqua, 2020, per riaprire dâestate (cosa che effettivamente e colpevolmente con il senno di poi hanno fatto). Abbiamo saltato i festeggiamenti natalizi con i parenti e gli amici, per poter sperare di passare la Pasqua tutti assieme, mentre alla fine la Pasqua la faremo dove lâabbiamo fatta lo scorso anno: rinchiusi dentro casa.
Siamo passati dai concerti sui balconi, ai coprifuochi notturni âla parola coprifuoco a me personalmente non piace, rievoca ciÃē che la nostra generazione non ha mai vissuto, fortunatamente: LA GUERRA.
Allâannuncio dei vaccini, al ritiro di alcune partite dello stessoâĶ
Intanto 4 milioni di italiani sono stati vaccinati, quasi due milioni dovrebbero essere immuni, ma i contagi, in quella che tutti chiamano terza ondata, continuano a salire.
Non ÃĻ un controsenso?
E non dimentico di chi sta pagando il prezzo piÃđ alto di questa situazione, senza dimenticare i 100.000 morti naturalmente, i giovani âche con la DAD e lo stare a casa non stanno studiando come dovrebbero. Diciamocela tutta in sincerità : la DAD ÃĻ solo un banale palliativo. Eâ come curare una polmonite con lâaspirina- e i tanti commercianti che in questâultimo anno hanno subito e dovuto subire le conseguenze economiche dovute alla pandemia.
Il futuro? Beh data la condizione in cui versiamo dopo un anno dal LOCKDOWN non posso essere tanto fiducioso, ma la speranza ÃĻ lâultima a morire.
Nel frattempo? Io (noi) speriamo che me la cavo!
Felice Presta