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Alla corte di Benevento

La Redazione 21 Novembre 2019
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Il re Clemente I (e ultimo) in quel tempo era attorniato da una corte di ministri, consiglieri e altre figure che circolavano insistentemente attorno chiedendo e pretendendo ogni cosa passasse nei loro pensieri.

Il buon Re, anziano e nonno, cercava con il suo fare di accontentare tutto distribuendo a destra e a manca mentre il popolo rumoreggiava perchÃĐ pativa la fame.

Si decise allora di incontrare i suoi ministri a cui aveva totalmente delegato i suoi compiti istituzionali per fare il punto della situazione.

Per primo incontrÃē il ministro dei terreni e gli chiese: “avete distribuito la terra ai contadini per farla coltivare?”, e il ministro rispose: “No Sire, sto cercando di costruire cose inutili su quei terreni per aumentare il PIL. D’altra parte, se distribuissimo i terreni per farli coltivare, il Pil non si alzerebbe e le altre nazioni potrebbero pensare che siamo poveri. Invece siamo tanto ricchi da poter costruire cose inutili”.

Il Re pensÃē che il discorso era logico e non faceva una piega.

ChiamÃē poi il ministro dei trasporti che non si ricordava la strada per il Palazzo Reale e si perse nei meandri del Regno. Stanco di aspettare il suo arrivo mandÃē dei fidi cavalieri alla ricerca. Dopo qualche ora lo trovarono al santuario di MonteVergine. Lo recuperarono e portarono dinanzi al Re

 

“Allora ministro mi puÃē dire perchÃĐ i trasporti non vanno?”.

“Sire perchÃĐ costano troppo alle nostre casse, tra l’altro i cavalli consumano troppo fieno, i conduttori vogliono essere pagati e i trasportati non vogliono pagare il biglietto”.

“E come facciamo?”.

“Aboliamo i trasporti, cosi i cittadini si tengono in forma camminando a piedi e noi risparmiamo”.

“Ottima idea”.

Intanto il cardinale Richelieu, consigliere principale, segretario della Corona, ministro di tutto e che tutto vede e sa, entrÃē nella sala del Re.

“Sire ho saputo dei malcontenti degli aristocratici, per farli tacere ho cercato di accontentarli su tutto, ma pretendono sempre di piÃđ, secondo il mio parere dovremmo metterli alla gogna evidenziando i loro comportamentiâ€Ķmettiamoli al pubblico ludibrio e vedrete che si ritireranno in buon ordine”.

“Ottima idea, fatelo”.

Fu la volta del ministro delle strade.

“Ministro mi ÃĻ stato riferito che le strade che state facendo o rifacendo durano poco, si sgretolano dopo qualche giorno di pioggia. Come mai?

“Sire i nostri mastri cercano in tutti i modi di farli a regola d’arte ma poi le pietre non sono quadrate, la malta non ÃĻ malta, gli operai non operano, l’erba cresce, le stagioni si susseguono irregolari, i carri vogliono camminarci sopra e non va bene e come lo fanno succede quello che avete detto”.

“Ummmm, pedonalizziamo le strade vietandole ai cani e a tutti i mezzi con le ruote”.

“Sire oltre ai carri non c’ÃĻ nulla, le biciclette non sono state ancora inventate”.

“Vietiamole preventivamente. Non si sa mai”.

Entra come un uragano il Comandante delle Guardie Reali.

“Ma come ÃĻ bravo il nostro Re, ma come ÃĻ buono il nostro Re, mai avuto un Re miglioreâ€Ķlunga vita al Re”.

“Comandante falla breve cosa vuoi?”

“Sire nulla di che volevo chiedervi il permesso di autonominarmi feldmaresciallo, generale di corpo d’armata, eroe dei due mondi, Kaiser, Zar, Imperatore austro-ungarico, capo apache, l’ultimo dei Mohicaniâ€Ķ”

“SÃŽ, appuntati tutti i titoli che piÃđ ti piacciono. Non infastidirmi piÃđ di tanto”.

Arriva il ministro delle finanze.

“Sire non abbiamo piÃđ soldi da spendere per i nostri sudditi”.

“Come non abbiamo piÃđ soldi? TuonÃē il Re

“E i nostri banchetti, le luci, le feste e i panettoni (ma erano stati già inventati?), le cene in bianco-verde-rosso a pois?”.

“No Sire non mi avete capito, non ci sono piÃđ soldi che possiamo spendere per far stare bene i nostri sudditiâ€Ķmica per quello che avete detto”.

“Aaaaaaaaaaa ministro mi stavate facendo prendere un colpo, anche perchÃĐ avevo già pensato di prendere i soldi stanziati per la bonifica della palude, quelli per l’acquedotto comunale e anche quelli per la giustizia”.

“Sire…quelli già li abbiamo presi per la festa di fine anno”.

“Ah sÃŽ? Me ne ero dimenticato. D’accordo ministro, i sudditi possono aspettare”.

Entra la Regina.

“Cos’ÃĻ tutto questo chiasso? Che stai facendo? PerchÃĐ lo fai? Chi ti ha dato il permesso? Lo sai che senza chiederlo a me non devi far niente oltre che stare seduto sul trono”

“Ma moglie mia pensavo che almeno la normale amministrazione del regnoâ€Ķ”.

“Tu non devi pensare, tu devi solo guardare e salutare al resto ci penso io. E la prossima volta che disubbidisci ti punirÃē in modo adeguato”.

“Nooo per favore i tuoi manicaretti nooooooooo!L’ultima volta sono stato quindici giorni con il mal di pancia”.

“E invece sÃŽ! Cosi poi passerai tutta la tua giornata sul gabinetto invece di impicciarti in affari che non ti riguardano”.

“Va bene”. AnnuÃŽ il Reâ€Ķ

Dopo quella “cazziata” il Re, depresso, chiese al valletto chi c’era ancora fuori.

Il giullare rispose il vallettoâ€Ķ

“Fallo entrare”

Ed entrÃē un essere tozzo, grasso tutto unto per come mangiava, sembrava piÃđ che un giullare, un barboneâ€Ķ

“Mio fedele sudditoâ€ĶperchÃĐ non mi fai ridere?”.

“Sire non ho voglia perchÃĐ non mi avete accordato le poche richieste che vi avevo fatto dopo avervi servito fedelmente per tanti anni”.

“Azz poche richieste? Nominarti cavaliere, tesoriere, carrozziere, barbiere, fontaniere, mentre ti dovrei nominare solo pallottoliere di corte?”.

“E io chiamo a raccolta i miei fidati amici e vi faccio una campagna mediatica contro, vi metto contro gli aristocratici, i villici, i sudici, le cimici e i comici”.

“I tuoi due amici? Miiiiiiiii che pauraaaaaaaaaa. Vallettoooooooo chiama il boiaaaaaâ€Ķ”

“Nono scherzavo, adesso vi racconto la barzelletta dei 3 carabinieriâ€Ķ”

“Sire c’ÃĻ rimasto il ministro e delegato al fancazzismo e il ministro per il bene dei sudditi”.

Va bene fai entrare il secondoâ€Ķ

“Ministro allora come vanno le cose?”.

“Sire il popolo ha fame ma non abbiamo piÃđ pane da dargli”.

“Qui facciamo subito, dategli le briosche!”.

E il ministro se ne andÃē via pensando a dove prendere 60.000 briosche da dare al popoloâ€Ķ

EntrÃē il ministro al fancazzismo.

“Ministro come vanno le cose?”.

“Non potrebbero andare meglio, i cittadini se ne vanno, il commercio ÃĻ fermo, l’industria non industria, i nostri operai, tecnici e manovali non fanno nulla tutto il giorno, gli uffici mettono tutti in attesa e rimandano di mesi le cose da fare”.

Il Re riprese di nuovo a sorridere.

“Benissimo, cosi al piÃđ presto mi potrÃē togliere la corona dalla testa e andare a fare il Re in un territorio piÃđ grande”.

Morale: larga la foglia stretta la via, dammi il potere e cosÃŽ siaâ€Ķ

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