Il destino di una caserma: immigrati che arrivano, italiani che partono, rabbia e tensione
Curiosità , indignazione e altri sentimenti contrastanti ha provocato il nostro articolo sulla possibile destinazione dellâex Caserma Pepicelli a sede di centro di accoglienza per immigrati.
Aspettavamo una forte smentita dai nostri amministratori, cosa che, non ÃĻ arrivata almeno fino ad ora. E ciÃē ci fa pensare che lâipotesi non ÃĻ affatto campata in aria e che di nascosto, lontano dagli occhi dei cittadini, si stia valutando la situazione dal punto di vista logistico.
Dâaltra parte la struttura dellâex scuola allievi Carabinieri ha tutte le carte in regola: gli arredi sono stati lasciati lÃŽ insieme ai letti e alle coperte. La cucina montata e perfettamente funzionante e una ditta delle pulizia incaricata ogni settimana a lustrare tutte le stanze, la mensa e le altre strutture presenti.
La puntuale manutenzione della caserma, non si spiega solo con lâesigenza di conservare i luoghi in ottimo stato ma anche con la volontà di riutilizzarla. Come già spiegato, da parte del comando provinciale della Guardia di Finanza non ci sono conferme sulla possibilità di utilizzare la caserma Pepicelli.
CHI PARTE E CHI ARRIVA.
Un dato interessante: dallâinizio dellâanno sono sbarcate sulle nostre coste 22mila persone.
Facendo un rapido conto, premettendo che con il tempo buono gli arrivi si intensificheranno, sarà facile superare le 200mila persone prima entro la fine dellâestate. Uomini e donne provenienti da tutti gli stati centroafricani e che vengono concentrate dalle organizzazioni criminali in Libia, dove la situazione politica ÃĻ caotica. Il territorio libico ÃĻ per lo piÃđ sotto il controllo delle milizie armate che ancora si combattono per stabilire un nuovo equilibrio dopo la fine del regime di Gheddafi. Molte persone fuggono dalle guerre, ma tanti scappano in cerca di fortuna, alla ricerca di un visto temporaneo per muoversi allâinterno degli stati dellâunione europea.
A molti sembra sfuggire invece la ripresa dellâemigrazione da parte degli italiani. Nel 2011, erano 90 mila quelli che hanno cercato rifugio allâestero, lâanno dopo erano 60 mila, poi 75 mila. Alla fine del 2014, secondo i dati ufficiale dellâAire, lâanagrafe dei residenti allâestero, sono poco piÃđ di 100 mila gli italiani che hanno lasciato il paese, senza calcolare quelli che sono partiti e non hanno ancora comunicato il cambio di residenza.
In un contesto cosÃŽ degradato e di alta tensione sociale, il Viminale ha chiesto a comuni e regioni di trovare altri 6500 posti e anche alla città di Benevento ÃĻ stata richiesta una disponibilità in tal senso.
Da un punto di vista prettamente economico in città arriverebbe una marea di soldi per i âsoliti notiâ: lâamministrazione comunale e qualche cooperativa dal âcuore grandeâ. Ma dal punto di vista sociale sarebbe un disastro. La recente manifestazione a Licola, sul litorale napoletano, dove centinaia di cittadini sono scesi in piazza arrabbiati contro un nuovo insediamento, confermano che qui si sta scherzando con il fuoco. Non giudicate queste reazioni popolari come rozze e risparmiateci le prediche sociologiche: mettetevi nella testa di un pensionato o di un operaio precario vivono con poche centinaia di euro al mese, mentre se ne spendono piÃđ di mille per accogliere un singolo migrante.
Geronimo