L’Italia, la Campania e Benevento ai tempi del coglionavirus
Questo coglionavirus ha già rotto le palle con la psicosi creatasi che sta facendo molti piÃđ danni dello stesso virus influenzale.
Negozi cinesi chiusi, altri negozi che non vedono clienti in tutta la giornata, voli, treni, autobus vuoti.
Annullate gite, chiuse le scuole, manifestazioni azzerate, turisti che disdicono prenotazioni fatteâĶun caos totale, dove in mezzo câÃĻ una sola cosa appunto, la psicosi.
Ascoltare virologi, dottori, politici, scienziati in tv in questo momento ÃĻ come ascoltare un dibattito politico dei tempi andati tra DC, Pci, Msi, e Psi. Tutti dicono tutto e il contrario di tutto mandando cosi in confusione le persone che, guardando la televisione in cerca di risposte, non riescono a capire piÃđ nulla.
Ma lâItalia, che ricordo, era già se non in recessione con una crescita pari allo zero, ÃĻ capace di sopportare tutto ciÃē? Per cosa? Per un virus influenzale, sia pure aggressivo, che ha fatto poco piÃđ di 100 morti e dove due su tre di questi avevano piÃđ di 80anni e con patologie pregresse che li aveva resi piÃđ deboli agli attacchi del virus?
Per carità non voglio qui sottovalutare i 148 morti accertati finora, con 4000 contagiati, qui voglio solo spiegare che un âbottoâ cosi forte per lâeconomia italiana âper quella beneventana e sannita anche peggio– sta procurando e procurerà danni talmente incalcolabili che i 7 miliardi di euro stanziato dal Governo per combattere questa situazione sembreranno spiccioli.
Già i trasportatori, in molte zone, non stanno consegnando piÃđ. Oltre ai negozi vuoti câÃĻ il mancato rifornimento dei negozi stessi, fortunatamente gli alimentari continuano ad arrivare.
Ma, câÃĻ sempre un ma, se ci fosse unâordinanze di chiusura e di fabbriche, come per le scuole, di 15 giorni cosa succederebbe?
Non ci avete pensato? Beh io si, la catastrofe piÃđ completaâĶ
Torneremo al Medioevo e inizieremo a sbranarci tra noi, talmente abituati alle moderne comodità da non riuscire neanche a mettere il piatto a tavola una volta finite le scorte.
La crisi mondiale ÃĻ stata gestita male, quella nazionale anche peggio.
La Cina ha le sue colpe e sta pagando un prezzo altissimo, ma ÃĻ unâeconomia in espansione e puÃē permettersi di rimanere ferma anche un anno per poi ripartire alla grande.
La nostra debole economia non ci permette di fare paragoni al riguardo, ma i commercianti, gli alberghi, i ristoranti, e, in genere, tutti i lavori autonomi pagheranno il prezzo piÃđ alto con chiusure e fallimenti.
I risultati si vedranno, si lo so già si stanno vedendo ma non in maniera eclatante, alla fine del mese di marzo e, se dovesse continuare questa psicosi, per lâestate saremo tutti nellaâĶ
Non sono un esperto, non sono un economista ma sono uno che osserva e questo ÃĻ lo scenario, prevedibile, che si prospetta.
Vedo sui giornali che si parla delle partite che non si giocano o quelle al chiuso, di ragazzi che non vanno a scuola, ma nessuno prevede uno scenario economico apocalittico forse peggiore di quello post seconda guerra mondiale.
E poi si chiudono gli ambulatori, i centri vaccinali (controsenso non credete?), gli ambulatori medici. Al cinema non si va piÃđ, nei teatri neanche, di feste e festicciole neanche a parlarneâĶ
Funerali? Non ÃĻ di ieri la notizia che ci sono contagiati andati a un funerale?
Non si puÃē neanche piÃđ morire ai tempi del coglionavirus..
Ma una domanda mi sorge spontanea: non ÃĻ che siamo anche noi un tantino coglioni?
Felice Presta