BENEVENTO. Una società gradita alla combriccola di Nunzia De Girolamo (quella che non è amica degli imprenditori…) sarebbe stata favorita nell’appalto milionario del servizio 118.
L’altra, quella sgradita che già gestiva il servizio, sarebbe stata penalizzata con il ritardo dei pagamenti. Sono le accuse dell’ex direttore amministrativo Felice Pisapia, contenute in un verbale inedito di gennaio 2013 che chiama in causa i vertici dell’Azienda Sanitaria e in particolare, il direttore generale Michele Rossi.
Ecco il contenuto dell’interrogatorio di Pisapia reso davanti al Pubblico Ministero.
Pisapia: Michele Rossi, dg della Asl, vuole danneggiare Sanit per favorire altri, tipo Modisan.
Pm: Perché e come?
P.: Emerge da incontri politici in cui Sanit veniva demonizzata mentre Modisan, che aveva sponsorizzato il congresso del Pdl, veniva esaltata. (Le due società svolgevano insieme il servizio del 118 in associazione di imprese ma secondo Pisapia Sanit era danneggiata con il “mancato pagamento di spettanze”, Ndr) Modisan aveva anche altri appalti con l’azienda per cui poteva essere pagata ad altro titolo ed, essendo stato bloccato il pagamento del servizio 118, Sanit entrava in crisi mentre Modisan riusciva a sopravvivere.
Pm: Lei era presente a questi incontri politici? Si rende conto della gravità delle dichiarazioni che sta dicendo?
P.: Me ne rendo conto perché ho tentato di impedire quanto appena dichiarato
PM: Lei intende ribadire che sono stati ritardati i pagamenti a una società non già per ragioni di regolarità contabile ma per motivi politici?
P.: Per quanto riguarda la Sanit sicuramente.
PM: Chi era presente a questi incontri politici? (Il pm non ha ancora ricevuto il cd con l’audio degli incontri, Ndr).
P.: Michele Rossi (Dg dell’Asl), Ventucci (dirigente dell’Asl non presente all’incontro di luglio, Ndr), l’avvocato Giacomo Papa, e Luigi Barone.
PM: Tutti erano consapevoli di quanto lei ha detto?
P.: Sì
PM: A che titolo partecipavano alle riunioni?
P.: partecipavano in qualità di esponenti del Pdl vicini a Nunzia De Girolamo.
PM: l’onorevole De Girolamo era a conoscenza di quanto lei ci sta dichiarando?
P.: Sì. Lei era presente a casa del padre a San Nicola Manfredi.
PM: Lei in quell’occasione ebbe modo di dire che si trattava di atti illegittimi?
P: Ero l’unico a dirlo e mi riferivo alla gestione complessiva dell’azienda e agli affidamenti diretti effettuati anche per cifre di un milione di euro e che non sono stati effettuati perché l’ho impedito non fornendo documentazione a chi era stato incaricato di occuparsi di questa cosa.
PM: Faccia i nomi, date e circostanze
P.: Avrei dovuto consegnare personalmente i documenti dei capitolati da predisporre all’avvocato Giacomo Papa che avrebbe operato le sue modifiche per poi consegnarle a me per l’Asl.
PM: Ma che c’entra Papa con il capitolato dell’Asl?
P.: Niente
PM: Per conto di chi doveva predisporre questi capitolati l’avvocato Papa, dal lato delle imprese?
P.: Come impresa non lo so ma come committenza per conto del direttore generale Rossi e della deputata predetta (Nunzia De Girolamo, ndr).
PM: E’ successo solo in questa occasione?
P.: No abbiamo fatto anche altre riunioni (…) nel senso di comporre le commissioni mediche in maniera da renderle affini all’orientamento politico del direttore generale chiaramente per fini elettorali, avevano necessità di voti. Si fa proselitismo politico utilizzando la pubblica amministrazione e gli stipendi.
PM: Si rende conto che lei sta accusando le persone del delitto di voto di scambio o quanto meno abuso di ufficio?
P.: Sì.