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Home Benevento La Ristoro’ esce dalla porta e rientra dalla finestra
BeneventoCronache

La Ristoro’ esce dalla porta e rientra dalla finestra

La Redazione 26 Marzo 2015
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NO, al Progetto “Cotto e mangiato”

SI’, all’appalto “Precotto e schifato”

 

Alunni esonerati, ma malati mentali “obbligati” ai pasti “RistorÃē”

 

Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare i pasti della ditta RistorÃē: ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal   Dipartimento di Salute Mentale (DSM).  Oggi, infatti, il sindaco di Benevento e il commissario della Asl si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla Magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni  di “Altrabenevento” – ancora prima dello scandalo scoppiato ieri grazie al Corriere.it – sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa o ad avviare controlli piÃđ puntuali. Non solo: nessun provvedimento riguarda i “deboli” come i malati mentali, addirittura OBBLIGATI a servirsi della ditta RistorÃē con una determina di appena due giorni fa, firmata da dirigenti della Asl e del DSM.  Per capire la gravità di questa decisione e il “falso stupore” di oggi dei vertici sanitari e del Comune – al corrente da tempo delle critiche arrivate da tutte le parti al cibo della RistorÃē – bisogna fare un salto a un paio di anni fa e alla denuncia apparsa sul nostro blog www.ilenzuolibianchi.com

 

L’articolo dal titolo “Cotto e mangiato”, esordiva: “I tubetti al sugo di pomodoro diventano molli come gelatina e grandi come noci quando arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli, dopo troppe ore di viaggio per essere ancora gustosiâ€Ķ Qualcuno li butta via, qualcun altro, li inghiotte pur pensando che sono immangiabiliâ€Ķ  Una situazione emblematica della stupidità e dello spreco di soldi da parte di chi gestisce la sanità pubblica â€Ķ Questo cibo frutto di un unico grande appalto, viene distribuito a tutti i pazienti delle strutture che dipendono dalla Asl e agli alunni delle scuole con la seguente motivazione  economica: “accentrare tutto il servizio in una sola ditta, consente di risparmiare”â€Ķ Trascurando, perÃē, che non si tratta dell’appalto delle pulizie o della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe rispondere al requisito fondamentale proprio di ogni cibo: essere gustoso e gradevole al palato, non disgustoso”. E poichÃĻ ai destinatari non ÃĻ consentito protestare e spazientirsi, perchÃĐ, appunto, sono “pazienti” , il servizio “RistorÃē” continuaâ€Ķ
Ma al di là degli attuali sospetti di sofisticazioni o mancati interventi dei Nas, c’era già chi, dopo avere constatato la scarsissima gradevolezza del cibo giudicando dalla faccia schifata e dal rifiuto dei pazienti, ha agito di conseguenza per rispetto dei diritti del malato: si tratta dei responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone che elaborano un progetto di “laboratorio di cucina” da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro, utilizzando prodotti a chilometro zero. E’ il progetto “Cotto e Mangiato” che cambia non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perchÃĐ fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata ÃĻ una terapia riabilitativa straordinaria, incentivata anche dalle direttive sulla Salute Mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro “solidali”.

 

Di qui la gravità della determina datata 24 marzo scorso che, senza alcuna consultazione prevista per legge, definisce “terminato” questo progetto; invita lo psichiatra responsabile di Morcone a “prendere atto che il servizio di ristorazione sarà garantito dalla “RistorÃē  affidataria del servizio,” ; e scarica con una pilatesca lavata di mani su quest’ultimo “l‘accertamento che i pasti siano sufficienti e soddisfino il fabbisogno giornaliero”.  Insomma,  il DSM e la Asl, pur avendo avuto tutto il tempo per adottare quel progetto a vantaggio dei propri assistiti, oggi – nonostante i dubbi sollevati dal caso RistorÃē e le relative cautele da prendere in merito – preferisco dire  “No, al progetto “Cotto e mangiato” e “SÃŽ, al maxi-appalto “Precotto e schifato”. Una decisione che non ha bisogno di commenti, ma solo di atti conseguenti: per quanto ci riguarda, il nostro sarà avviare una richiesta formale di ispezione sul Dipartimento di Salute Mentale e sui “mancati atti di controllo” da parte della Asl.

 

 

Firmato per “La Rete Sociale”  :  il presidente Serena RomanoIMG_8886

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