I termini “perentori” per adempiere alle scadenze per i privati, sono appunto perentori.

E per le pubbliche amministrazioni?

Sono “perentori” con diffida.

CioÃĻ in pratica si possono adempiere nei modi e nelle forme, e soprattutto nei tempi, che un amministrazione vuole.

Questa banale differenza ÃĻ lo specchio dell’Italia di oggi, ÃĻ lo specchio di una realtà edulcorata che non rispecchia mai la reale realtà dei fatti.

Prendiamo il caso del Comune di Benevento  e della prima scadenza contabile di questo 2017:il bilancio stabilmente riequilibrato entro il quale dovrebbe essere approvato il DUP (Documento unico Programmatico).

Riguardo a quest’ultimo le “grida” di Mastella ai suoi assessori sul ritardo della consegna di carte, ancora riecheggiano in quel di Palazzo Mosti.

E gli assessori si sono giustificati dicendo: “ma i dirigenti non ci danno le carte”!

Signori siamo allo sbando piÃđ totale e magari chi, come me, osserva da fuori ne ÃĻ ancora piÃđ consapevole di chi c’ÃĻ dentro.

Comunque ritornando al bilancio stabilmente riequilibrato questo dovrebbe essere approvato entro 90 giorni dalla data di nomina dei liquidatori, avvenuto lo scorso 3 febbraio: quindi entro il 4 di maggio.

Ma se il consiglio a questo propositi ÃĻ stato convocato per l’8, i quattro giorni di ritardo cosa potrebbero comportare?

Secondo il sindaco, nulla, solo una diffida della prefettura, date le informazioni ricevute da lui direttamente dal ministero.

Secondo l‘art. 259 del TUEL invece, questo ritardo potrebbe portare allo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale, perchÃĐ in questo articolo si fa espresso riferimento al termine perentorio dei 90 giorni per l’approvazione del bilancio.

Con la nuova amministrazione non sembra essere cambiato nulla, anche in queste semplici cose.

Il vecchio sindaco, Fausto Pepe, ci aveva abituato ai termini perentori che divenivano facoltativi e sulla stessa lunghezza d’onda si sta avviando l’amministrazione mastelliana.

Ma a questo punto la domanda ÃĻ d’obbligo: esiste qualcosa in Italia che sia “perentoria, perentoria”, e non “perentoria-facoltativa”?

Secondo me, noâ€Ķleggi certe? Ma ÃĻ certo che sono leggi?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Felice Presta