A  causa della scarsità di fonti, molto spesso ÃĻ difficile ricostruire la vita di un qualsiasi personaggio storico, e si rischia di dover procedere a tentoni e per ipotesi; l’importante ÃĻ comunque tenere ben presente il contesto di riferimento e tutti gli indizi a disposizione. Le ricerche sulla figura di Biagio da Morcone hanno dovuto seguire questi accorgimenti storiografici.

Molto probabilmente egli nacque nel paese sannita alla fine del Duecento. Quasi certamente compÃŽ gli studi di diritto a Napoli, presso l’Università “Federico II” nei primi anni del Trecento, dove conobbe il professore Benvenuto Di Milo, suo conterraneo, che non gli fece mai mancare ogni tipo di sostegno.

L’inizio della sua attività forense sembra documentato da un diploma del 9 febbraio 1323 a lui concesso  dal  duca Carlo di Calabria, che lo autorizzava ad esercitare la professione in Terra di Lavoro, Molise, Abruzzo e Capitanata. Tuttavia il documento indicava Biagio come “iudex Blasius Pacconus de Morcono”; questo ha lasciato ipotizzare la sua appartenenza ad una certa famiglia Paccone, di cui perÃē non vi ÃĻ mai stata certificata l’esistenza.

Con il passare del tempo, Biagio intraprese la carriera ecclesiastica, e dopo un periodo trascorso a Cerreto, nel 1331 fu nominato preposito (parroco con privilegi eccezionali, con funzioni simili a quelle del vescovo) di Atina, vicino Frosinone.

Egli scrisse alcune opere, tutte di argomento giuridico, tra cui glosse alle costituzioni del Regno di Napoli, ma il suo capolavoro fu indubbiamente il “Tractatus  de differentiis inter ius Langobardorum et ius Romanorum”, composto sicuramente nell’arco di un decennio tra il 1323 e il 1333. Questo importantissimo  trattato ÃĻ rimasto inedito fino al 1912, quando lo studioso e parlamentare sarnese Giovanni Abignente trovÃē un esemplare manoscritto nella Biblioteca Oratoriana di Napoli. Il merito principale dell’opera ÃĻ stato quello di aver messo a confronto con grande rigore e scientificità le differenze tra il diritto romano e quello longobardo.

Biagio da Morcone trascorse il resto della sua esistenza ad Atina preso dal  ministero ecclesiastico e  dagli  studi, fino a quando la sua tranquillità fu sconvolta prima nel 1349 da un disastroso terremoto (in quella triste circostanza scrisse alcune opere di pietà), e successivamente nel 1350  da una violenta pestilenza in cui perse la vita.

A Benevento gli ÃĻ stata dedicata una strada in località San Vito, come del resto anche a Napoli nel famoso quartiere di Chiaia.

Francesco Pio Meola