Il 13 Gennaio l’inchiesta “Mani sulla Città” coinvolse il sindaco Fausto Pepe, gli ex assessori Luigi Boccalone e Aldo Damiano e altre 50 persone (tra dirigenti, funzionari e tecnici del comune, nonché imprenditori), indagate con l’accusa di reati che andavano dal peculato alla corruzione, concussione elettorale, truffa, fatturazioni false e abuso di ufficio in merito alla concessione di alcuni appalti di opere pubbliche e alla gestione delle forniture di beni e servizi del Comune. Dai documenti emergeva uno spaventoso sistema di corruzione garante degli equilibri di potere a Benevento.

Il 23 Febbraio veniva incendiata la porta di casa del dirigente del settore urbanistica Salvatore Zotti. A marzo una nuova inchiesta giudiziaria colpiva il Comune di Benevento e l’azienda dei Trasporti AMTS in relazione alla costruzione del Parcheggio di Porta Rufina.

Nel mese di giugno, la Procura della Repubblica di Benevento chiedeva il rinvio a giudizio del sindaco e degli altri personaggi coinvolti nell’inchiesta “Mani sulla città”. Intanto, nello stesso mese, venivano rinviati a giudizio il sindaco e altre quattro persone, per la gestione illecita dei rifiuti in contrada Piano Borea.

 


A Luglio un’altra inchiesta giudiziaria. Andrea Lanzalone, già coinvolto nelle indagini di “Mani sulla città”, era oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale in relazione ad alcuni concorsi, insieme ad altre otto persone tra le quali l’assessore Cosimo Lepore. Come se non bastasse, in Agosto centodieci persone venivano indagate a vario titolo per una serie di abusi e violazioni delle norme edilizie.

 


L’ultima granata giudiziaria è esplosa il 26 settembre, con l’ordinanza di custodia cautelare per l’imprenditore Alessandro Tedesco, amministratore unico della società Artistica srl, con l’accusa di turbativa d’asta in merito ad un appalto per l’illuminazione pubblica del valore di 2 milioni e 700 mila euro.

 

 

 

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