Sono incazzato….ogni santo giorno mi alzo dal letto e guardo questa città, questa Provincia e mi incazzo sempre di più perché penso a come e cosa potrebbe essere e non è.

Una cappa costringe tutti a un senso di oppressione giornaliero che, penso, non abbia pari in questa maltrattata nazione. Ed è una cappa che stringe forte, che ci ha fatto perdere il sorriso, che ci fa sentire perennemente incazzati, perennemente preoccupati per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Neanche sognare altri paradisi, altri mondi basta più per farci sorridere, per stringere una mano o abbracciare un amico.

Nessuno si accorge della deriva verso cui andiamo, e mi incazzo ancora di più.

La politica?

Quale politica quella che vede solo negli interessi personali la propria realizzazione e aspirazione più grande?

30anni di questa politica non sono bastati a questa martoriata Provincia per vedere i risultati nefasti di ciò che è sotto gli occhi di tutti?

Lo scorso articolo avevo scritto dei nuovi schiavi, oggi scrivo dei nuovi servi (della gleba), cioè di ciò che siamo diventati soggiogati dalle poche famiglie che “gestiscono” il potere politico (e quindi economico) qui nel Sannio…mentre il resto della popolazione, bel lungi dall’affrancarsi a questo retaggio di sottomissione continua imperterrita a chiedere favori, posti di lavoro, di aspettarsi incarichi, prebende e quant’altro.

Tutti quelli che non si piegano o non si vogliono piegare continuano a morire…di fame.

Eppure le potenzialità la nostra Provincia ce le ha tutte, soprattutto nel campo del turismo e dell’enogastronomia (compreso il vino, nettare degli dei, naturalmente). Ma vedo e comprendo che qui i turisti non li vogliono, vedo e comprendo che il vino nostro ce lo dobbiamo bere noi pur se tra questi ci sono delle eccellenze che potrebbero benissimo competere con altri rinomati vini di altre regioni.

D’altra parte se venissero turisti tutto l’anno saremmo comunque più ricchi e ci potremmo benissimo staccare dal clientelismo imperante, ma poi determinate persone perderebbero il loro “potere”, e perderebbero la schiera dei sudditi che aspettano le briciole del padrone dopo il suo lauto pasto.

Ma la politica e i politici non sono il solo problema…insieme a loro nascono i famosi accattoni, i questuanti che asserviti al potere del momento si gettano come cani sulle povere ossa di questa città vantandosi e vantando di avere tra le mani manipoli di “seguaci” pronti a gettarsi anche tra le fiamme dell’inferno per loro, quindi di avere persone facili da indirizzare verso le linee guida date dal potere al questuante e da questi trasmesse…

Li conosco tutti e sono tutti lontano anni luce dal mio modo di agire e di pensare.

Tutto questo è Benevento, tutto questo è il Sannio e nessun grido di allarme viene lanciato sull’isolamento della nostra Provincia, sporadiche grida giungono sullo spopolamento…nessuno vede il futuro nella sua globalità e il pericolo di accorpamento con la Provincia più vicina -Avellino- .

Io lo vedo per questo sono incazzato, e mentre la mattina prendo il caffè sentendo le chiacchiere nei bar sul Benevento calcio (solo questo conta), o critiche sconnesse all’amministrazione in carica (Mastella, Pepe, Pietrantonio, viespoli ecc.), penso a cosa mi aspetta e cosa aspetta ai miei figli fra qualche anno…

Lotto insieme agli amici per questa città da anni convinto che “LA GOCCIA SCAVA LA PIETRA”, però mi rendo conto che la pietra qui è molto dura e ci vorrà molto tempo affinchè la breccia si apra.

Il fiero sannita ormai si è perso da millenni restano qui solo i servi della gleba…ma io aspetto sempre il giorno in cui questi prendano coscienza e si ribellino.

Sogno, un sognatore? Certo, ma chi realizza un sogno è fortunato, chi ne realizza due è un pazzo, chi tre è un genio, chi ne realizza quattro è un sognatore che crede che tutto può realizzarsi (nei limiti delle capacità umane e, in questo caso, delle mie poche capacità intellettive).