Non c’ÃĻ nulla da fareâ€Ķ da qualsiasi parte io presti attenzione, viene fuori che  in questa città c’ÃĻ qualcosa che non va o qualcosa di strano. Non parlo genericamente per partito preso, ma con cognizione di causa, ogni qualvolta mi fermo a leggere le carte che quotidianamente mi arrivano.

Un esempio? Un documento del 16 novembre scorso, una semplice delibera di Giunta.

E di cosa si parla questa delibera? Niente di che, di una semplice variazione di bilancio di previsione 2016-2018.

Tutto normale allora?

Non proprioâ€Ķ

Ma iniziamo a raccontare la storia fin dall’inizio.

Il Ministero dell’Interno-Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione ha erogato al comune di Benevento la somma di ₮ 245.500,00 tratto dal fondo “Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti” facenti parte del programma “Flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose”.

Senza entrare nel merito di tale elargizione al Comune di Benevento, vediamo un po’ che cosa ha deliberato la Giunta per spendere questi soldi.

Nella delibera la giunta stessa ha subito dichiarato: “le somme distribuite ai Comuni non sono vincolate a specifiche destinazioni, in quanto la disposizione normativa ÃĻ da intendersi quale misura solidaristica dello Stato nei confronti degli Enti comunali che nel corso degli anni hanno accolto i migranti” e che “le somme potranno essere liberamente impegnate per progetti di miglioramento dei servizi o delle infrastrutture utili e attesi da tutta la comunità locale al fine di avere una sempre migliore coesione sociale”.

Bello tuttoâ€Ķbella la motivazione, belli gli ideali, belli i propositiâ€Ķnon tanto bella ÃĻ la giustificazione, contenuta nella delibera, che giustifica la “distrazione” di questi fondi: “considerato che nel programma di mandato del Sindaco ÃĻ stato indicato che, oltre alla necessaria riorganizzazione della macchina amministrativa e all’ottimizzazione delle risorseâ€Ķ.ÃĻ necessario valorizzare gli ambiti di sviluppo culturale, turistico e sportivo del territorio, capaci di creare sviluppo e indotto rappresentativi della vocazione primaria della città cosi come di rendere il territorio maggiormente attrattivo, sfruttando le grandi potenzialità che ha la città; grazie al suo patrimonio artistico-culturale e ambientale promuovendo una nuova immagine della stessa in sinergia con enti, associazioni. Amministrazioni comunali limitrofe e amministrazione regionale”.

Questo ÃĻ scritto, in lingua politichese, ma in italiano “normale” cosa vuol dire? Che i soldi destinati ad uno scopo verranno impiegati, arbitrariamente (cioÃĻ secondo  la volontà politica della maggioranza) per altri scopi.

E partendo dalla motivazione del perchÃĐ il Ministero abbia “elargito” quei soldi al Comune di Benevento (motivazione forse indubbiamente piÃđ alta che una semplice ipotesi di valorizzazione del nostro patrimonio artistico-culturale cosi vilipeso da tanti anni) le domande sorgono spontanee:

  • Come mai l’opposizione al Comune di Benevento non abbia posto l’accento sulla questione.
  • Come mai i consiglieri del Movimento 5Stelle non abbiano portato istanze per bloccare questa delibera di Giunta o almeno di portarla e discuterla in Consiglio o perlomeno pubblicizzarla sugli organi di stampa.
  • Come mai le associazioni per i diritti civili, sempre pronti a combattere stavolta abbiano taciuto su questa delibera.
  • Come mai abbiano taciuto i sindacati, in special modo la CGIL che si pone, in ambito sociale, sempre accanto agli immigrati.
  • Come mai non ne abbiano parlato le varie anime della sinistra, PD in primis (con molti dei suoi esponenti pronti allo sciopero della fame, a turno, per lo IUS SOLI).
  • E gli intellettuali e i filosofi di sinistra che fine hanno fatto?

Domande che il sottoscritto legittimamente si fa, visto che la questione “immigrazione” l’ha piÃđ volte trattata e piÃđ volte ÃĻ stato accusato, a vario titolo, di essere “razzista”.

Si attende la reazione di tutti quelli chiamati in causa e, cortesemente, evitate di dire “io non sapevo”, “io non credevo”, “io non c’ero”. PerchÃĐ le carte come le ho avute io le avete avute anche voi che sedete (molti indegnamente) sugli scranni di Palazzo Mosti.

Felice Presta