Riceviamo e pubblichiamo premettendo che noi condanniamo ogni forma di violenza.

Stasera sono io a dire “basta”!

Ora è arrivato il momento di parlare e, poiché non mi piace mettermi in mostra, lo farò in forma anonima ed userò carta e penna.

Ho 31 anni, sono nata a Benevento e la maggior parte dei cittadini mi conosce…

Ho una famiglia bellissima e lo sottolineo perché ci amiamo, ci rispettiamo, siamo sempre uniti e nei momenti difficili ci sosteniamo a vicenda.

3 anni fa ho avuto la gioia di diventare mamma: 9 mesi di gravidanza a rischio, 9 mesi di nausea,9 mesi di rinunce, poi …il parto, il momento dove si combatte tra la vita, il dolore atroce e a volte anche la morte.

Ho dato alla luce una bellissima bambina alla quale ho donato il mio cuore, un’ “estranea” che già amavo senza conoscerla, senza sapere cosa mi aspettava, senza conoscere il suo carattere—-l’amavo già.

Tanti sacrifici per crescerla, le paure, le notti in bianco, i pianti, le puzze della pupù, i rigurgiti e tanto stress….ma tutto con amore!

Poi in arrivo una seconda gravidanza, sempre a rischio e con “tono positivo” e purtroppo anche il primo distacco dalla prima figlia a causa delle ripetute visite a Napoli, decido con mio marito di inserire la piccola all’asilo nido. Con mille paure di affidarla così piccola nelle mani di persone sconosciute con le quali tutt’oggi si è instaurato un bellissimo rapporto di fiducia e stima reciproche.

Piano piano da un lato e veloce da un altro, la mia piccola cresce, è una bimba simpatica, socievole, vivace ed anche un po’ viziata, come tanti “primogeniti”.

A Settembre inizia la scuola dell’infanzia ed io, molto fiduciosa di quella precisa scuola, decido di sceglierla per mia figlia .Le prime settimane frequenta volentieri la scuola; infatti mi fu detto da una maestra : ”complimenti per sua figlia, è molto educata, ascolta e non ha bisogno dell’inserimento, si vede che ha frequentato il nido”-

Dopo i primi giorni arrivano i primi segni di disagio da parte della bimba. Mi reco a scuola per chiedere spiegazioni e vengo tranquillizzata fino a quando scopro, nel farle il bagnetto, un piccolo livido nell’orecchio.

Spaventata ed anche arrabbiata, ritorno a scuola per altre spiegazioni, per chiedere se ci sono le telecamere e per chiedere di stare un po’ più attenti. A questa mia segnalazione non solo sono stata umiliata, ho dovuto chiedere scusa alle maestre perché offese dai miei cattivi pensieri nei loro confronti.

Secondo voi un bambino di 3 anni può tirare l’orecchio ad un suo coetaneo? Secondo me no.

Da questo episodio vivo male la sua frequentazione e lei mi da segni sempre più evidenti che qualcosa “puzza” , raccontandomi anche altri episodi che non trascrivo per motivi di privacy.

Domenica 1 Dicembre mia figlia confida al fratello maggiore di avere avuto le botte dietro alla schiena dalla maestra, quella maestra che voi tutti sostenete e date solidarietà.

Ecco perché arriva quel maledetto lunedì dove io, mamma, do uno schiaffo alla maestra.

Sono consapevole che il mio è stato un gesto brutto, ma quante mamme, al mio posto, avrebbero fatto lo stesso o anche peggio….

Ora smentisco tutte le accuse che mi avete fatto e chiarisco tutti i punti.

“Maestra aggredita malamente con calci e pugni”…NO!

Vice Preside : “Situazione di degrado, famiglie problematiche, genitori non pronti a fare i genitori”. Cara Vice Preside, mi sono sbagliata molto su di lei….Lei è stata la prima a parlare con me, a darmi ragione e a dirmi che la bimba non mentiva.

Ogni famiglia ha i suoi problemi, oggi nella maggior parte delle famiglie ci sono problemi economici, problemi e problemi. Ma non permetto di dire che non siamo pronti a fare i genitori, perché con tutti i nostri problemi, trattiamo i nostri figli come principi e principesse e li amiamo più della nostra stessa vita.

Clemente Mastella: “I figli sono i figli, se un insegnante rimproverava un bambino e tornava a casa, il genitore diceva che l’insegnante aveva fatto poco”.

Caro Mastella, i figli sono i figli, il rimprovero è concesso, tutto il resto no! Sono una persona molto umile, forse troppo, ma non intendo chiedere scusa. Dietro le vere scuse c’è il pentimento.

Sandra Lonardo: “Esempio non positivo per i figli, la violenza non deve mai essere ricercata, solidarietà alla maestra”.

Cara Lonardo, sono consapevole che il mio gesto non è stato positivo e colgo l’occasione di smentire la voce che è stato fatto davanti agli occhi della piccola; non c’erano bambini presenti. Solidarietà alla maestra? E a mia figlia? Nessuno mi ha chiesto come sta!

Anche io sono contro la violenza, ma a nessuno di voi è permesso giudicare, soprattutto senza essere a conoscenza dei fatti. Se fossi stata una persona violenta, oggi sarei all’ergastolo. Sapete voi quante volte “cade quel velo nero davanti agi occhi”? Vi è mai capitato?

A me si, spesso… e va via perché si sovrappone ad esso l’immagine ed il sorriso dei miei figli. Solo allora sorrido anche io e riesco a farlo scomparire.

 In questo caso non ci sono riuscita, sapete perché? Perché si tratta proprio di loro…